25 gennaio 2016

MEGADETH – Dystopia


Il 2015 si era chiuso con due grandi album: Purple dei Baroness e Repentless degli Slayer; e mentre questi album uscivano, crescevano l'attesa per il quindicesimo lavoro in studio dei Megadeth: Dystopia, uscito 4 giorni fa (per la Universal) dopo mesi di annunci e teaser sui social media e sui magazine di settore. Quindi appena ho potuto l'ho acquistato in versione CDRip su Amazon, l'ho trasferito nel mio fedele iPod del 2006, ho collegato le mie auricolari AKG e ho premuto Play.
Mi è piaciuto al primo ascolto: un album potente, ben strutturato, quasi rabbioso, finalmente convincente dopo alcune uscite non esattamente memorabili (United abominations, Super collider).
I brani sono la quintessenza del thrash metal, con riff veloci, una sezione ritmica impeccabile (affidata al veterano Ellefson e a Chris Adler) e la chitarra solista di Kiko Loureiro che farà sciogliere le riserve anche ai fan più scettici (quelli che magari ancora dicono: "quando c'era Friedman...").
La title track è eccellente, con un crescendo nella parte finale che, per potenza e tiro, ci riporta alle origini del thrash metal della Bay Area. L'intro di chitarra classica di Conquer or die crea una tensione elevata; ma poi si torna con il gain a 11 e velocità supersoniche, perché questo è thrash metal, bellezza; e se al calcio preferisci la carezza, lascia perdere i Megadeth.
Tutto il CD è curato nei minimi dettagli, dalle esecuzioni ineccepibili e precisissime, al missaggio e alle scelte di registrazione (ad esempio l'elevato livello delle parti vocali), ai suoni, sicuramente molto moderni.
Una nota a parte la meritano le parti vocali, non esattamente un punto di forza di Mustaine negli ultimi anni (soprattutto nelle sue perfomance dal vivo), e per due motivi: in primo luogo, il rosso vocalist sembra aver ritrovato l'intonazione e l'estensione vocale che sembravano ormai perdute; in secondo luogo, per chiarezza dei testi; Mustaine ha sempre avuto un'ottima dizione ma in Dystopia supera se stesso come se fosse preoccupato di far comprendere immediatamente le parole e i messaggi affidati alle canzoni.
Nonostante i recenti e frequenti cambi di line up, che non poco hanno influito sul sound del gruppo, con Dystopia i Megadeth sembrano aver ritrovato la carica, la rabbia e la creatività di Youthanasia se non, addirittura, di Killing is my business.


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