03 novembre 2008

Tendere una mano verso il passato.

Oggi scrivo da Genova, dove sono nato e vissuto, e dove mi trovo per un intervento sulla fotografia digitale.
Piove, di tanto in tanto. Fa molto più freddo di ieri.
Ma oggi è un giorno importante. Uno di quelli che fa battere il cuore, di quelli che aspettavo da una vita.
Una vita, sia detto, trascorsa a rimuginare tutti i miei gesti e a meditare sui miei errori; una lunga, dolorosa riflessione, anelando l'impossibile miracolo di chiudere gli occhi e riaprirli in una vita che non ha sbagliato, non ha ferito e non deve chiedere scusa.
Non è così.
Quante volte in questi dodici anni ho riaperto gli occhi sui miei vecchi errori? Quante volte ho maledetto il mio cuore con tutto me stesso per non aver amato nel modo giusto?
Oggi mi trovo con un grande dono: una mano stesa versa la mia, una voce scomparsa tanti anni fa, un vuoto che con pazienza e fiducia forse posso di nuovo riempire.
La mia fiducia e il mio amore saranno più forti se sarò in grado di credere che si può aggiustare un vetro rotto in due.

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