11 novembre 2006

Sono il chitarrista di una band.

Credo che ogni tanto un po' di self esteem possa giovarmi. Sì, perché me ne sono stato zitto zitto per settimane, senza confidare questa specie di segreto. Come se non me lo meritassi, come se non fossi all'altezza.
Outing!
Dopo dieci anni di lontananza da salette maleodoranti, stack Marshall da quattro soldi e batteristi che non la smettono di picchiare, sono tornato a suonare in un gruppo.
Tempo fa ho risposto ad un annuncio su iamsc, cercavano un chitarrista a Torino. Mai avrei potuto lasciar cadere nel vuoto questo appello. Ci siamo conosciuti, si è fatta una prova e le cose sembrano essere andate benino.
Ora si è agli inizi, quando ci vuole mezz'ora per fare girare uno stacco o entrare a tempo. Ma va bene così. Si fa musica italiana, e io ho un ruolo tutto che, sommato, non richiede skill da guitar hero. I dettagli per ora non li dico. Vediamo più avanti.
Proprio come 10 anni fa, segno che certe cose sono destinate a perdurare, le salette puzzano e gli stack sono scoppiati; quando si cerca di parlare, i piatti volano da tutte le parti. Si finisce di provare a mezzanotte, con le dita che fanno male e un ronzio nelle recchie. Va bene così.
E' bellissimo così.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ah che invidia. Io ho appeso al chiodo il sassofono da anni, ma magari sfiderò il comune senso del ridicolo e riproverò a suonarlo.

Anonimo ha detto...

Felice che riprendi dopo 10 anni l'attività! Sono convinto che i risultati saranno migliori di quelli ottenuti con i RDF ;-)
Saluti
Marco P.

Giuseppe ha detto...

M.Wong: non è mai troppo tardi, e non si è mai ridicoli quando si fa musica!