07 febbraio 2006

Storia di un manico/2.

Seconda parte.

Eravamo rimasti al problema di come tappare i fori già presenti sulla base del manico. Ho rivolto così la domanda agli "amici" nel newsgroup.

La risposta, ampiamente dettagliata, è stata quella di utilizzare la tecnica della spinatura che consiste nell'inserire un cilindretto di legno duro (generalmente faggio, come nella figura sottostante) in un foro, incollando con una colla vinilica e lasciandolo asciugare. A parere di un utente del newsgroup, i due materiali diventano molto solidali ma occorre prestare attenzione al loro grado di stagionatura, per cui consiglia di lasciarli per un po' nello stesso ambiente.

Al Brico Center non ho trovato spine di faggio da 5 mm, ma solo spine generiche (senza indicazioni del legno) per cui ho optato per fare un giro presso qualche falegname per cercare un tondino di acero o di altro legno duro.

L'altro problema riguarda lo spessore del manico. Calibro alla mano, ho potuto constatare che il manico originale della mia Fender è di 3 mm più sottile dello scalloped. Pertanto ho cominciato a vagliare diverse possibili soluzioni per asportare la necessaria uqantità di materiale.
L'immagine seguente illustra, con misure linee indicative, la natura dell'intervento che deve essere effettuato.

Ho chiesto un preventivo ad un liutaio che -- come immaginavo -- ha sparato una cifra piuttosto alta, 50 euro per un lavoro che probabilmente si fa in 2 minuti. Ho deciso di provare qualche alternativa.
L'idea iniziale era di asportare personalmente il materiale utilizzando la levigatrice orbitale con carta a grana grossa.
Nuovamente sul newsgroup mi hanno consigliato di non usare la levigatrice ma piuttosto di chiedere ad un falegname un intervento con la pialla a filo e spessore che dovrebbe lavorare con una tolleranza di 2/10 di mm.
Stasera dopp il lavoro sono andato a trovare 3 falegnami nei loro laboratori, esponendo loro il problema, ovvero la necessità di piallare il legno per circa 3 mm.
Uno mi ha detto di no, uno di sì ma non mi ha convinto, il terzo mi ha convinto con una prova pratica (per la serie, Longum iter est per preaecepta, breve et efficax per exempla).
Andiamo per ordine. La pialla a filo e spessore pare che non si possa usare per via della forma del manico. L'alternativa è la sega circolare, che detta così sa di film splatter.
Il falegname n°2 aveva una brutta sega circoalre, piuttosto vecchia e malridotta, che non aveva l'aria di rispettare il decimo di millimetro. Il terzo falegname, un simpatic signore napoletano, ha preso una tavola di faggio e ne ha tagliato una fetta sottile con estrema precisione. E, appunto, mi ha convinto. Cosicché lunedì sera gli porterò il manico con le misure segnate nel legno a pennarello, il che significa che dovrò essere molto preciso a riportare le dimensioni del manico originale su quello scalloped.

Ed è giunto lunedì sera, il 6 febbraio per l'esattezza, a quasi due settimane dall'inizio dei lavori. Sono andato dal falegname come da accordi, e gli ho spiegato, calibro alla mano, che avrei voluto abbassare l'altezza della base del manico fino alla misura di 1 pollice, ovvero 2.54 cm. Con un aiutante ha iniziato per cautela asportando circa un millimetro di materiale con la sega circolare dotata di disco orizzontale. Nuove misure, nuova passata, alla fine siamo arrivati a circa 2.6 mm. Un po' di più per prudenza e per lasciarmi il margine necessario se volessi cartavetrare la superficie. Il risultato? Direi ottimo. Superficie liscissima e parallela, spigoli netti, non una scheggia.

Il passo successivo consiste nel tappare i 4 fori con le spine di acero. Questo aspetto merita un approfondimento. Scrivendo su it.hobby.fai-da-te, ho ricevuto un messaggio da un utente che si è offerto di tornirmi alcune spine di acero (lo stesso legno del manico) tagliate in modo particolare al fine di ridurre al minimo le possibili restrizioni e variazioni del legno. Queste spine andranno inserite nei fori insieme a colla vinilica.
Quindi dovrò particare nuovi fori. Per questa operazione ho dovuto realizzare alcuni lavori preliminari. Innanzitutto ho smontato il manico Fender e ho fatto una sesta su carta, ottenendo la sagoma esatta della base del manico. Ho ritagliato la sesta e l'ho inserita nel neck pocket per accertarmi della precisione. Quindi ho preso un pezzo di carta di spagna, una lamina di ottone spessorata da 2/10 di mm, e ho riportato la sagoma di carta sulla lamina: ho ottenuto una nuova sesta in ottone, ritagliandola con le forbici dal foglio.
L'immagine sottostante illustra un pezzo di carta di spagna.

Ho inserito la sagoma di ottone nel neck pocket e, facendo sporgere la punta delle 4 viti dal body, ho egnato sulla lamina la posizine delle viti e quindi dei fori.
Ho fissato saldamente la sagoma su un pezzo di abete con carta adesiva e con una punta da 3 mm ho praticato 4 fori nei punti precedentemente segnati, ottenendo una guida piuttosto precisa per praticare i 4 nuovi fori del manico.

Infatti basterà posizionare la sagoma sulla base del manico, fissarla con un morsetto o con del nastro di carta e forare il manico in corrispondenza dei 4 buchi presenti sulla sagoma di ottone.

(Fine seconda parte. Continua...)

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