13 ottobre 2005

Perché la notte/2.


Torino era per me, bambino, Quattroruote con le prove della Regata e il centro commerciale Città mercato di Rivoli, che vedevo dalla tangenziale mentre mio padre guidava verso la casa in montagna.

Torino ora è un po' questo. Le foto su Quattoruote sono diventate immagini ricorrenti. La Città mercato ora si chiama Auchan, e non deve essere mio padre al volante per arrivarci.

La notte a Torino nord sono i tecnici Fiat e Iveco che collaudano veicoli camuffati con vistose coperture di plastica nera, e segnano appunti ai semafori. Ecco le mie riviste che diventano realtà.

La notte a Torino nord sono i venditori ambulanti di panini e i crocicchi improbabili e vagamente disperati di clienti assembrati intorno alle luci alimentate dal generatore. La notte a Torino nord è spesso immagine che finisce in pellicola, quando cammino con le Nikon a tracolla e il tripode in mano, in cerca di un angolo che non dica niente di niente ma che sia qualcosa che, semplicemente, è.

La notte rientro a casa. Sento la TV accesa della vicina insonne, qualche auto che attraversa la periferia addormentata, il fuscio della mia solitudine.

Non è facile dare la buonanotte alla propria ansia.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

La notte a volte è piena della malinconia dei ricordi.
Bella la foto; dove l'hai scattata?

Anonimo ha detto...

Le luci delle case fanno sera
dalle finestre. Non tutto
mi rimane, qui, quando fumo
prima di dormire e non so
da che parte vada l'odore
del pigiama, la cenere, il respiro.
Quello che porto dentro
che lascio fuori, tra un costato
di balconi e di cortili
(stefano Raimondi)
Notte :)

Giuseppe ha detto...

placida: settimo torinese

mapi: grazie per la poesia di raimondi, mi piace moltissimo

Anonimo ha detto...

Torino era per me bambina una periferia incolta.
Oggi è vita, arte, cultura, passione per la mia città, per la mia vita. Il luogo migliore per vivere, non convivere, con le mie ansie!

Anonimo ha detto...

Grazie :-)

Anonimo ha detto...

Torino...ci vivo da tanti anni e i ricordi di mio padre che guida mentre im mondo fuori dal finstrino fa ancora un po' paura sono legati all'immensa pianura che si estende piatta fino alle montagne lontanissime. Di torino il ricordo più forte che ho è l'odore che sentivo quando il treno arrivava in città. Per tanto tempo ogni volte che ci arrivavo di ritorno dalla mia pianura lo sentivo...ora è sparito, perso...Ora sono io a guidare mentre i bambini guardano la città...ma a volte vorrei sedermi di fianco a loro e vedere il mondo con i loro occhi.

Giuseppe ha detto...

belkon, grazie per le tue parole, mi hanno fatto venire i brividi...